Quasi congiuntamente, la Francia, tramite l’autorità per la protezione dei dati (CNIL), ha comminato a Google una multa di €325 milioni per violazioni relative alla privacy e al consenso degli utenti.
Ormai è chiaro che c’è un tentativo costante di indirizzare e forzare la comunicazione e l’informazione in direzioni che non hanno nulla a che vedere con la verità. Mi pare che però, se da un lato c’è chi se ne accorge, dall’altro c’è chi ne paga delle conseguenze. Il caso dell’assassinio dell’attivista americano Charlie Kirk – che Trump ha definito “Martire della verità e della libertà” - ne è un esempio.
E poi c’è la questione dei data center. Sappiamo che nel 2025 OpenAI (la società di ricerca sull’intelligenza artificiale fondata da ElonMusk e Sam Altman) punta ad avere oltre 1 milione di GPU attive (le GPU sono i processori specializzati in grado di effettuare molto velocemente calcoli intensivi e paralleli necessari per l’i.a.) mentre Meta - società proprietaria di Facebook, Instagram e Whatsapp - sta già realizzando un data center delle dimensioni della penisola di Manhattan. Come si inserisce la questione dei data center nel nuovo contesto di guerra fredda digitale?
La nostra intervista a GIO’ FUMAGALLI Editore di Ibex Edizioni e dell’omonimo canale youtube, casa editrice specializzata nell’analisi della costruzione del consenso, esperto e consulente di marketing strategico e LEONARDO GUERRA esperto di sistemi economici sanitari, autore del canale Telegram “nova_civitas” autore del libro “Covid 19 e Agenda 2030 – Inganno criminale svelato”.
Conduce CARLO SAVEGNAGO
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